Riporto le prime impressioni di qualcuno che magari non vincerà il premio per l'utente più gradevole di Forumfree per l'anno 2006, ma che di musica parrebbe capirci.
CITAZIONE (Dæmon © @ 7/7/2006,08.44)
Appunti sul nuovo album, dopo i primi ascolti
Vicarious Atonement:
Un lungo intro di chitarra, con un suono che personalmente mi lascia meno di zero, apre il nuovo album dei Mars Volta. Bello l'ingresso della voce invece. Resta tutto a basso volume, nonostante sopraggiungano anche i riverberi della chitarra ed il piano. Spropositata e di cattivo gusto la prima parte, delicata e azzeccata la seconda. Totale: un'apertura insolita, di personalità, ma il risultato non è certo da lodare. Dopo diversi ascolti, confermo il parere di canzone riuscita a metà, quindi non certo memorabile nei suoi 7 minuti e 20 secondi. C'è anche qualcosa di Robert Plant nel cantato.
Tetragrammaton:
Il pezzo portante dell'album, e forse una delle loro migliori produzioni, se non la migliore del dopo Comatorium. La confusione continua ad esserci, ma almeno le idee utilizzate per la mescolanza sono quelle buone. La maschera l'hanno gettata da un pezzo come si diceva, questo è progressive. Ci sono sempre delle scelte alquanto discutibili, per esempio i falsetti di Cedric intorno al decimo minuto stomacano presto, o certi suoni curati come in Frances the mute piuttosto grossolanamente, ma è diciamo una canzone simbolo del loro percorso musicale. Nei 16 minuti succedono tante cose, alcune interessanti, altre molto meno: quando Cedric azzecca la melodia, è molto bella, nelle parti dove invece la voce giochicchia e sboroneggia dietro alla chitarra come nel finale... è roba per non intenditori.
Vermicide:
Valida, nella sua apparente semplicità. Ci sono scelte più mirate, una melodia degna del primo album. Peccato per il volume (altissimo) e l'effetto utilizzato per la voce, che non è di mio gradimento. Ma come canzone mi piace. Temo che mi possa stancare presto, tuttavia per ora mi sembra valida. Sembra uscita da De Loused in the Comatorium comunque. Quando concentrano le loro idee senza voler a tutti i costi strafare, riescono ancora a produrre ottime canzoni. Quando non lo fanno, escono fuori dei pezzi riusciti a metà.
Mecchamputechture:
Questi sono i Mars Volta melodicamente disordinati che abbiamo conosciuto in Frances the mute. Ma il ritmo è inizialmente lento e cadenzato, ben scandito dalla batteria, che per quasi tutta la durata della canzone si limita a battere il tempo, modificando un pochino il suono a poco a poco. Prima di evolversi in qualche breve ritornello. C'è anche un sintetizzatore ad allargare lo spettro di colori utilizzati. Come se non bastasse, trombette e organo moog... Una mescolanza forzata che personalmente non credo mi attrarrà mai.
Asilos Magdalena:
Confusione o idee chiare non lo so, ma l'introduzione mischia qualcosa dal sapore orientale, ad un risultato da canzone folk spagnola. Cantato in spagnolo (senza il bisogno di inventare vocaboli),... ho sentito parlare di paragoni con The Widow. In realtà non c'entra niente. Sia chiaro, non è una gran canzone, anzi, finisce che ti chiedi: "E allora? La parte bella qual'era?", ma se non altro ha il pregio di essere qualcosa di nuovo e fino ad un certo punto di inatteso. Batteria assente, fanno tutto le chitarre e la voce... in pratica una canzone del duo Omar-Cedric.
Viscera Eyes:
Sorpresa. Riff Hard Rock in cui il cantato in spagnolo provoca un bell'effetto di freschezza, anche perché queste chitarre coi Mars Volta che conosciamo non c'entrano nulla, è un altro stile, anche nelle parti soliste tendenti al noise. Le sovraincisioni sono ancora una volta tantissime, ma almeno le strutture sono collegate meglio e non campate in aria come in diversi pezzi dell'album precedente. Assolo wah-wah nel finale, che segue tutto un semplice riff di basso. Il pezzo è assolutamente riuscito. Forse perché ci sono meno cose buttate là, e più cura nei particolari.
L'album a questo punto mostra una eteregeneità eccessiva però.
Day of the Baphomets:
Introdotta da un basso stile crossover fine anni '80, si rivela ben presto l'ormai solita accozzaglia prog-hardcore, con tanto di fiati e chitarre sovraincise. Siamo sulle frequenze di Frances the mute. Per me quel disco è tutto meno che un album riuscito, e sto vedendo che ad oltre un anno di distanza, non sono il solo a pensarlo. Per chi invece quell'album era uno spettacolo, non troverà alcuna difficoltà ad esaltarsi per questo nuovo Amputechture che ne segue la falsariga, aggiungendo però ancora più legna al braciere. Effetti speciali tanti, scelte di gusto per me non così tante. Tornando al pezzo, prende una bella piega intorno ai 5'40''. Ma non è che si può dire che è una gran canzone solo per una per altro breve parte riuscita. Ai sette minuti si riparte verso un'altra direzione ancora, e tutto ciò non sarebbe una brutta cosa se i suoni di chitarra non fossero quelli che sono, e soprattutto se le melodie in falsetto di Cedric fossero di piacevole ascolto. Ma no, non lo sono. Se dicono di album così ne fanno quanti gliene pare: registrano tutte le jam session in sala prove, le uniscono in studio come possono, Cedric dove è possibile urla in falsetto ed è fatta.
Molto bella la parte dove le percussioni prendono il sopravvento, quando ormai mancano due minuti alla fine. Ancora falsetti però, di cui non ci si libera mai. Non stai fermo su canzoni così, ma quando finisce, mi chiedo: "Okay, bella performance, ma che mi ha lasciato? Niente". Per me il rock è ben altra cosa.
El Ciervo Vulnerado:
Un'atmosfera statica apre l'ultima canzone del disco. Bellissimo ciò che si crea, almeno fino a che non subentra la chitarra con un suono che non c'entra una mazza con l'ambientazione della canzone. Poi però la chitarra rinuncia a mettersi in mostra, e allora abbiamo altri due minuti buoni di rilassamento dopo il caos di Days of the Baphomets. Il pezzo è bello, il lavoro delle chitarre proprio ci sta come i cavoli a merenda. Poteva riuscire fuori qualcosa di psichedelico e misterioso, invece la resa è non è del tutto riuscita. Fra l'altro, l'interpretazione di Cedric è una delle più concrete del disco. Finisce di colpo, non so se è l'mp3 o se gli era finito lo spazio sul cd. Comunque sembrava non avere più nulla da aggiungere, oltre al ritorno all’iniziale atmosfera di Vicarious Atonement.
In definitiva, compratelo se vi piace parecchio Frances the mute (direi che il livello più o meno è lo stesso), compratelo per completezza se li avete già tutti gli altri (come ad esempio farò io credo), altrimenti che si apra pure la petizione: "Rivogliamo gli At the Drive-In".
UP: Tetragrammaton, Viscera Eyes, Vermicide
DOWN: Days of the Baphomets, Asilos Magdalena, Vicarious Atonement