THE MARS VOLTA ITALIA forum: "In Thirteen Seconds"

Recensioni, Frances The Mute

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Walkabout
CAT_IMG Posted on 4/11/2004, 19:59




ok, adesso una cosa facile facile che possono fare tutti:

www.google.it

cercare "Frances The Mute"

e postare le recensioni (preferibilmente in italiano), magari anche solo i link, poi ci penso io a sistemarle.



Edited by Walkabout - 5/7/2006, 23:24
 
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damon
CAT_IMG Posted on 15/2/2005, 11:03




Emilio Pappagallo (Radio Rock)



CITAZIONE
"Frances the mute" il secondo album dei Mars Volta!!
02 Gennaio 2005 - 10:50 (Inserito da: Amministratore)

Dopo lo splendido "Deloused In The Comatorium" torna la band nata dalle ceneri degli At The Drive In!

Se c' è un presente c' è stato un passato....quindi per parlare di un secondo album di prossima uscita,quasi inevitabilmente, mi troverò a parlare di un cd uscito nel 2003...era appunto questo l' anno d' esordio dei MARS VOLTA,"con De-loused in the comatorium" un concept album dalle sonorità dirompenti,dove le canzoni erano legate tra loro come in un unica traccia continua in un crescendo prog-rock molto lisergico di notevole carica emotiva:potente,sferzante di rabbia, che ti lasciava senza fiato dall' inizio alla fine. Un viaggio malinconico nella mente di un uomo in coma...un racconto onirico in luoghi spettrali.
Il nuovo lavoro ;di prossima uscita, si chiamerà "Frances the mute"e poco si differenzia da ciò che è stato il disco d' esordio.
"Frances the mute" è sicuramente più melodico ,meno tetro e arrabiato del primo cd,ma forse per questo più fruibile,più " pop" più accantivante di giri melodici e ritornelli orecchibili:i due dischi suonano molto simili,infatti "Frances the mute"sembra il seguito della storia iniziata con lo"spulciamento nel comatorium"......tali affinità sonore,probabilmente,torneranno vantaggiose nei live dove le canzoni del primo cd si fonderanno in quelle del secondo.
La track list di "Frances the mute" è composta da 5 brani di estesa durata,da citare la dolce e "romantica" "THE WIDOW" che ricorda molto la struggente "TELEVATOR",oppure la caliente "L' VIA L' VIAQUEZ" cantata in gran parte in spagnolo la cui melodica ricorda un Santana un pò ubriaco, o anche la lunghissima "CASSANDRA GEMINI" ballad potente,violenta quanto sensuale e languida nei sui squrci di orgasmi musicali..
L' unica novità sostanziale stà nel fatto che in questo "Frances the mute" c' è anche un accompagnamento di un orchestra con un coro d' archi ,un sax,una tromba e un piano che riverberano nel corso dei brani.
Un altro bel cd, questo "Frances the mute" che conferma l' estro creativo di Omar e Cedric e già mi fà pregustare lo show che si terrà a Milano il 06 Marzo...
adriana

"violenta quanto sensuale e languida nei sui squrci di orgasmi musicali.."
bella questa......

Edited by Walkabout - 5/7/2006, 23:25
 
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Kazufai
CAT_IMG Posted on 16/2/2005, 18:13




Kitt, ho recensito l'album, se vuoi puoi aggiungerlo alla famigerata lista allo stesso modo di De-Loused

Il Cibicida


www.ilcibicida.com/francesthemute.htm



CITAZIONE
MARS VOLTA
FRANCES THE MUTE
(2005, Universal)
Non sono quelle dei Mars Volta prosopopee. Non racconti di favolistica da “c’era una volta”, né tantomeno storie di vita comune. Nella loro mente, nella loro musica, le componenti si fondono e plasmano personaggi ed universi, quelle magnifiche effigi che vivono una dimensione atemporale, scandita da una disperata ricerca di un qualcosa, quel qualcosa di dannatamente umano, il tassello, i tasselli, che mancano continuamente in questo mosaico chiaroscurale chiamato vita. Essi respirano sul dolore di amici scomparsi: se Cerpin Taxt ci aveva ammaliato e commosso nel ricordo di Julio Venegaz, morto da più di dieci anni, non può il veemente eco della scomparsa di Jeremy Michael Ward, trascorsi appena due anni, non risuonare e tormentare con furente ossessione.

Flashback: Jeremy trova durante una sua classica giornata lavorativa un diario, quello scorcio d’intimità che l’uomo spesso si concede, poggiato sul sedile posteriore di una macchina. Non sa chi abbia scritto quelle pagine, ma sa che sono in qualche modo lo specchio della sua vita, sa che fra quelle linee riesce a leggere nitidamente qualcosa che lui sente nel profondo, e ne parla agli amici della band. L’autore del diario era stato adottato, ma non aveva perso la speranza di ritrovare i suoi genitori: era quello il suo pezzo mancante, può facilmente sentirsi il peso di un tale fardello.

Ed ecco, da qua si dirama una nuova storia: laddove la ricerca di quell’uomo inizia, anche Frances the Mute muove i suoi primi passi, in memoria dell’amico. Cinque passi, cinque bastano per tessere la trama e l’ordito di un passato troppo sfocato, attraverso l’incontro di altri personaggi, che nella vicenda forniranno ciascuno un consiglio necessario alla disperata ricerca familiare: i nomi delle canzoni sono infatti quelli di costoro. Cygnus…Vismund Cygnus si apre attraverso “Sarcophagi”, lieve, diafana, per poi appesantirsi, rievocando il precedente lavoro, se non con una subito visibile differenza: l’uso del bilinguismo inglese-spagnolo che caratterizzerà l’intera opera. Ma è soltanto un primo input. Se in “De-loused in the Comatorium” le reminiscenze At The Drive-In si facevano avanti con prepotenza, stavolta il gruppo trova un sound del tutto proprio: la melodia e l’anti-melodia sono come incastonate ed imprescindibili, sbalzando improvvisamente e mescolandosi, ma pur non dimenticando un lato tipicamente “heavy”. The Widow, primo singolo, ostenta continuamente le voci di coloro che mancano, “I never sleep alone”, si ripete con animosità, triste, amaro, nero pianto. Cambio di direzione: L’Via L’Viaquez è una smaniosa salsa, un esperimento sonoro perfettamente riuscito contro ogni probabilità, ancora un altro: Miranda that ghost just isn’t holy anymore strozza le lacrime protratte troppo a lungo, e le lascia tuttavia scorrere in un dolcissimo, malinconico flusso di coscienza, di una tristezza unica e splendida, grazie all’utilizzo delle trombe, che quasi la proiettano con immediatezza. Stiamo per concludere, manca soltanto un ultimo, dolceamaro commiato, la lunghissima Cassandra Gemini, che pone fine al tutto, così com’esso era iniziato: “Sarcophagi” ci abbandona al silenzio. Più di settantacinque minuti, sfuggiti velocissimamente, ma incancellabili. Inutile essere prolissi, digredendo sul valore artistico di ogni singola traccia, e sulle capacità del gruppo. “Troppo ambiziosi”, dicono alcuni, “presuntuosi”. Noi, dal canto nostro, guardiamo queste accuse di chi evidentemente crede nell’orizzonte, sperando in realtà che l’ambizione e la presunzione (se così vuole essere chiamata) dei Mars Volta siano assolutamente sconfinate, come la loro poesia.

Nota 1: hanno partecipato alla realizzazione dell’album: Larry Harlow (piano), Lenny Castro (percussioni), John Frusciante (Chitarre), Flea (tromba), Adrian Terrazas (sassofono/flauto).

Nota 2: la produzione è stata interamente affidata al chitarrista Omar Rodriguez-Lopez, membro principale del gruppo insieme al cantante Cedric Bixler-Zavala.

A cura di Michele Leonardi



Edited by Walkabout - 5/7/2006, 23:27
 
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CAT_IMG Posted on 16/2/2005, 18:24

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CITAZIONE (Kazufai @ 16/2/2005, 18:13)
Kitt, ho recensito l'album, se vuoi puoi aggiungerlo alla famigerata lista allo stesso modo di De-Loused, eccoti il link :

www.ilcibicida.com/francesthemute.htm

grande, l'aggiungo al prox aggiornamento!

però...
CITAZIONE
Nota 2: la produzione è stata interamente affidata al chitarrista Omar Rodriguez-Lopez, membro principale del gruppo insieme al cantante Omar Bixler-Zavala.

 
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idioteque
CAT_IMG Posted on 28/2/2005, 19:57




Pitchfork


http://www.pitchforkmedia.com/article/reco...rances_the_Mute



CITAZIONE
Indie and prog-rock have a lot more in common than most of their listeners might like to admit. Both are dominated by apostate wallflowers who act a lot cooler and more self-assured than they really are, and their artists, despite creating an aura of aloofness, are notoriously defensive. If you wanna take the psychoanalytic bent, both have masculinity issues: Prog compensates with double kick drums and the phallic gratification of rabid shrrredding, while indie prefers to spin its shortcomings into anti-heroism. This is not to detract from the legacy of either music-- both have rich and diverse histories-- but the reps of each have been tarnished by generations of feckless dudes whose spotlight-hogging has rendered the genres unusually susceptible to generalizations. In fact, the terms themselves are generalizations, almost always used negatively: These days, bands are most commonly dubbed "prog" or "indie" when their music isn't provocative enough to earn a more individually tailored description.
On De-Loused in the Comatorium, the Mars Volta weren't straddling any fencelines. Rather than carrying over characteristics from the rough-edged indie-esque stylings of their former band, At the Drive-In, or plunging headfirst into the never-ending math equations of psilocybic canterbury prog, they artfully missed both marks: too sincere for indie but not quite prolix enough for prog; too melody-driven for prog but not repetitive enough for indie. Listeners' initial bemusement enabled the band to transcend genre reducibility, which won De-Loused quick (if hesitant) points from critics and fans. But two years later, there are few other recent records for which putatively in-the-know listeners are so cautious of voicing approval. If you liked De-Loused (or thought so, at least) but often found yourself biting your tongue in the company of others, you were probably in the majority.

The Mars Volta drew attention for its technical proficiency, but behind all the meter-changes and 32nd-note polyrhythms, De-Loused featured some very strong melodies. The album's best moments registered in part because of the galling pomposity with which they were delivered, but the tripartite solos and Cedric Bixler Zavala's ornate vocal wallpaper wouldn't have held up without a backbone. The band managed to ingratiate themselves with so many who would have otherwise relegated De-Loused to the realm of ironic pleasures because they had the tact and melodic good sense to make masturbation acceptable for a deceptively Victorian set of listeners.

Of course, there was always the kid with the green Ibanez who didn't know better and staged impromptu Omar Rodriguez-Lopez deification rituals. With no apologies, Frances the Mute-- The Mars Volta's new 77-minute, five-track, gratuitously subdivided, and feebly narrated album-- is for him. Call it what you will, but be sure to have finished your homework before tackling this gnarled swamp thing.

I'm reluctant to say Bixler-Zavala and Rodriguez-Lopez have become better musicians in the two years since De-Loused was released. Any possible strides in technical proficiency are showcased in brazenly flown-from-the-rafters pandering. But the Mars Volta are also a band in the truest, bluest sense of the word, and their strong unity actually manages to temper songs that are premised on lack of temperance. Solos are kept to a minimum; the band chug full-throttle on the same set of tires. Their most sophisticated algorithms are contained within sturdy sonic superstructures. In this sense, they're more Mastodon than King Crimson-- only they kick about a third as much ass as a Dream Theater side project.

Predictably monolithic and impossibly huge, Frances never stops chugging. Its five songs are divvied up in several, nearly indistinguishable movements, but the album moves wholly, as a gross, plodding, overstuffed mass. Opener "Cygnus...Vismund Cygnus"-- which is said to tell the story of an HIV-positive male prostitute and drug addict born out of rape, but who knows?-- builds to a powerful, string-driven climax at around the eight-minute mark but never bothers to come back down, staying aloft in a spiral of guitar arpeggios and overeager drumming before eventually devolving into a chorus of synth textures. At six minutes, "Widow"-- a yowling "November Rain"-style ballad-- is half the length as the next shortest track, and still at least two minutes too long. It, too, subdues into a wash of chattering electronics, as if an envoy to the next, equally inconsequential track.

Despite its long-windedness, Frances the Mute doesn't require a long attention span: It's as mesmeric as it is mercurial. Like an effective pop novelist, the Mars Volta manage to convey vast amounts of information in easily digestible fashion without saying much at all. Zone out to the closing 30-minute "Cassandra Gemini" for proof: Even at this length, the track seems brief, sailing by in stupefyingly uneventful fashion. What may at first seem like extraordinary, ceaseless fluidity gradually sublimates into wah-wah wish-wash. Smoke a bowl first if you need to, but nothing short of opium will convince me that there aren't more productive ways to spend 30 minutes trying to fell a redwood with a plastic spoon than listening to this beast.

At least some things haven't changed. For instance, Frances largely retains the audacity of De-Loused's lyrics. "Cassandra Gemini" approaches storytelling with the same breed of macabre circumlocution that pocked the band's debut. (A grizzled, possibly vocoded voice delivers this bracing narrative: "There was a frail syrup dripping off his lap-danced lapel, punctuated by her decrepit prowl/ She washed down the hatching, gizzard soft as a mane of needles.") But no matter what your feelings for De-Loused, at least the band had a mind to curtail their most capricious jams before they lost all context. Here, they seem hellbent on making an album that's as contiguous as possible, and the result is a homogeneous shitheap of stream-of-consciousness turgidity.

Rate: 2.0/10
-Sam Ubl, February 28, 2005



Edited by Walkabout - 5/7/2006, 23:30
 
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Walkabout
CAT_IMG Posted on 28/2/2005, 21:27




a li mortacci loro
 
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idioteque
CAT_IMG Posted on 28/2/2005, 23:15




CITAZIONE (Walkabout @ 28/2/2005, 21:27)
a li mortacci loro

sottoscrivo...
anche qui i mars volta non raccolgono molte simpatie... anzi :
MARS VOLTA "2" COME NOI...
Noi ve lo avevamo detto un mese fa. Noi avevamo (in promo-ascolto) recepito male "Frances The Mute". Ora anche il prestigioso web magazine Pitchfork conferma questa linea non retta. Il giudizio del giornale è infatti un secco 2 ad un lavoro ambizioso-presuntuoso. Chi ama la parola progressive e la traduce con i termini viscidi di "tecnica", "magniloquenza", "pomposità" e "capacità" troverà pane per i suoi marci denti. Chi invece pensa che due ex agitatori della scena punk/hardcore/indie/garage abbiano fatto il passo più ampio delle loro gambe, malediranno il giorno che al "drive in" si sono divisi. "Frances The Mute" però farà la sua bella figura nelle ammorbanti radio nostrane richiesto da ammorbanti SMS di ammorbati ascoltatori ormai da tempo col cervello nel forno.


ma questa gente non si vergogna???
 
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Walkabout
CAT_IMG Posted on 28/2/2005, 23:34




e si permettono di dare dei presuntuosi... bah. Qualsiasi idiota, anche se magari non ama i mars volta, capirebbe che due è un voto ingiusto. Due lo dai quando uno a scuola non è capace a fare una sega; se la band ha avuto il successo che sta riscuotendo tuttora vorrà dire che non sono delle superseghe. A meno che a Pitchfork non pensino che sono gli unici a possedere un paio di orecchie funzionanti...

e poi ragazzi è chiaro che ci sono milioni di stazioni rafio in italia pronte a passare cassandra gemini da un momento all'altro... radio maria in primis.

arroganti.
 
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CAT_IMG Posted on 1/3/2005, 11:46

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Preferisco non commentare...d'altronde se si autodefiniscono "Nerds" un motivo ci sarà...tuttavia ci tengo a precisare che Pitchfork e sti Nerds hanno espresso il giudizion più feroce riguardo all'album: non avevo letto neppure una recensione completamente negativa ancora...vabbé, de gustibus...non sanno cosa si perdono...
 
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idioteque
CAT_IMG Posted on 10/3/2005, 23:59




a voi la recensione di princefaster
 
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idioteque
CAT_IMG Posted on 11/3/2005, 18:33




CITAZIONE (Kitt @ 11/3/2005, 17:13)
CITAZIONE (idioteque @ 10/3/2005, 23:59)
a voi la recensione di princefaster

e chi è?

è un dj di radiorock (roma).
 
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Walkabout
CAT_IMG Posted on 26/3/2005, 09:43




Non so se è già stato postato... http://www.rockers.it/recensioni.asp?i=200
 
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Meko Winston
CAT_IMG Posted on 18/4/2005, 00:02




sempre da www.rockol.it
a scialati kitt....


Mars Volta
FRANCES THE MUTE
Universal (CD)


Non hanno paura, Cedric e Omar, di continuare il loro viaggio al termine del rock. Hanno coraggio, i due ex At The Drive In: un coraggio che premia, perché indubbiamente supportato dal talento e dall'ispirazione, ma pur sempre di coraggio si parla.
"Frances the mute", infatti, è l'opera più monumentale che i Mars Volta abbiano consegnato alle stampe fino ad oggi: una sinfonia più che un album (divisa, non a caso, in "movimenti" composti da svariati episodi più che in canzoni vere e proprie), fatta soprattutto di chitarre, ma anche di fiati, archi, percussioni e chi più ne ha più ne metta. Del resto non si lamenti chi li ha sempre guardati con sospetto nel periodo post At the Drive In: il gusto dei due texani per il citazionismo, per la complessità quasi barocca delle strutture e per l'approccio decisamente celebrale alla composizione non è certo una novità.
Per "Frances the mute", però, è come se Cedric e Omar avessere voluto portare al limite - quasi fosse un test - la propria vis creativa: più di un semplice concept album e oltre gli stilemi (neo? post? new?) prog-rock, i Mars Volta ci consegnano un affresco allucinante, un resoconto di un'escursione visionaria nei territori meno battuti dalla musica guidata dalle sei corde.
E allora via, tra aperture latine e impennate rock, tra interludi rumoristici e virate elettroniche. 77 minuti vi sembrano troppi? Dipende: sicuramente, il gusto e la visione di Cedric e Omar non sono compatibili con i gusti di tutti. "Frances the mute" potrebbe anche irritarvi, così maestoso, così "pieno" e così prolisso: anche gli eventuali detrattori del genere dovranno convenire, però, che - nel 2005 - non sono molti i progetti discografici a possedere una tale solidità interna, e - soprattutto - a potrersi fregiare di una tale fattura pur senza passare per mero esercizio di stile.
Sì, perché - prima di ogni cosa - "Frances the mute" è un disco assolutamente "sentito", diretto e viscerale: un disco bello e "scomodo" (più a parlarne che ad ascoltarlo), scontroso e affascinante come il gruppo che l'ha scritto. Gruppo che, ormai, sembra essere pronto ad affrancarsi dall'accogliente limbo delle "cult band" per approdare - si spera - a qualcosa di più...

(Davide Poliani)

TRACKLIST:
"Cygnus...vismund cygnus: sarcophagi"
"Cygnus...vismund cygnus: umbilical syllables"
"Cygnus...vismund cygnus: facilis descenus averni"
"Cygnus...vismund cygnus: con safo"
"The widow"
"L' via l'viaquez"
"Miranda that ghost just isn't holy anymore: vade mecum"
"Miranda that ghost just isn't holy anymore: pour another icepick"
"Miranda that ghost just isn't holy anymore: pisacis (phra-men-ma)"
"Miranda that ghost just isn't holy anymore: con safo"
"Cassandra geminni: tarantism"
"Cassandra geminni: plant a nail in the navel stream"
"Cassandra geminni: faminepulse"
"Cassandra geminni: multiple spouse wounds"
"Cassandra geminni: sarcophagi"

(06 mar 2005)

© Tutti i diritti riservati. Rockol.com S.r.l.
 
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Walkabout
CAT_IMG Posted on 18/4/2005, 11:31




per un totale di 15 tracce
 
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24 replies since 4/11/2004, 19:59   189 views
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