THE MARS VOLTA ITALIA forum: "In Thirteen Seconds"

Recensioni, per quando arriveranno

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Gwynplaine
CAT_IMG Posted on 21/9/2006, 13:10




Non è una recensione vera e propria, ma una segnalazione di Ernesto Assante sul suo blog.

http://blog.repubblica.it/rblog/page/EAssa...200609262064632

CITAZIONE
martedì, 19 settembre 2006
Il rock è vivo? Si, basta ascoltare i Mars Volta

Qualche settimana fa mi arriva un sms di un mio buon amico, intenditore di musica e principe degli speaker di Radio Rock, che mi dice che il disco della nostra salvezza è il nuovo album dei Mars Volta. Gli credo, lo scarico e lo ascolto. Il mio amico ha ragione. Non è musica facile, ma è musica. Non è un prodotto, è un opera. Non è pop, è rock. Si, davvero, è proprio rock, quello per il quale abbiamo perso volentieri la testa, abbiamo passato notti in bianco, abbiamo speso soldi, costruito amicizie e amori, quello che ci ha salvato la vita e poi, tristemente, negli ultimi anni ci ha tradito. Si, è rock, come quello che amavamo quando eravamo teenager e pensavamo che chi non ascoltava quella musica non potesse conoscere il mondo, non avesse capito nulla, non avrebbe vissuto pienamente. Si, è rock progressivo, ma moderno, attuale, duro, tagliente, difficile ma godibile proprio perchè imprevedibile e complesso, intricato e storto. Si, è rock, null'altro, prezioso e splendente, è quella musica che chi ascolta Cristina Aguilera non potrà ascoltare, perchè nessuno la trasmetterà per radio (tranne il mio amico, di certo), quella musica che non arriva in classifica perchè riesce ancora a disturbare le orecchie dei benascoltanti. Quella musica che mette insieme tutto e il suo contrario, figlia dell'avventura e del sogno, progressiva e mai doma.

Il disco si intitola "Amputechture" e sembra uscito da un catalogo di Canterbury aggiornato ai nostri giorni. Non proprio una roba da hit parade e nemmeno un album da ascoltare "en passant" un pomeriggio con gli amici, non si balla, non si canta, non si salta. Ma un pregevole oggetto d'arte, bello e impossibile....

 
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Meko Winston
CAT_IMG Posted on 22/9/2006, 01:25




grande Assante
ha capito tutto
condivido in pieno
 
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auto da fe
CAT_IMG Posted on 22/9/2006, 14:00




un po' suferficiale.. o meglio, sembra che questo negli ultimi anni non abbia ascoltato altro che Radio commerciali e Top of the Pops..
 
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giovannigabbiae
CAT_IMG Posted on 25/9/2006, 10:31




Qui c'è una recensione interessante di Riccardo Bertoncelli

CITAZIONE
Mars Volta - Amputechture
The Mars Volta

Giudizio:*** (su 5)

Il terzo album in studio dei Mars Volta è, tanto per cambiare, un’opera di esagerata abbondanza; già nel gonfio neologismo che lo intitola, e nei testi metallicamente sopra le righe, ma soprattutto nelle monsoniche devastazioni di chitarre e tastiere lunghe un’eternità e un giorno, infilate in quelle sterminate collane che nella storia dell’arte rock sono state una specialità dell’epoca psichedelica e progressiva - brani di otto, dieci, quindici minuti, albe e tramonti, risa e pianti, abissi e vette in vertiginosa sequenza cinemascope.

Conoscono la storia dell’arte rock, i Mars Volta? La conoscono, certo, loro e gli amici che danno una mano come John Frusciante, a cui appartengono diverse parti di chitarra del disco. Dicono che Frusciante sia un iper appassionato di Yes e in effetti può starci, qui dico, non nei Red Hot Chili Peppers; e con gli Yes i King Crimson, naturalmente, quelli originali e i più recenti, e se vogliamo i Porcupine Tree e perfino i Pink Floyd, un giorno che si persero lungo la strada e finirono chissà come a Bron Y Aur, nel cottage gallese di Led Zeppelin III, e già che c’erano si divertirono a fare jam con Jimmy Page alla chitarra. Il mondo è quello, anche se nemmeno sotto tortura userò la parola "(Neo) Prog" e darò senz’altro per buono quello che il chitarrista Omar Rodriguez Lopez ha dichiarato fino allo sfinimento sulle intenzioni della sua band: "Come può non essere progressiva l’arte o la musica che si propone di essere innovativa e d’avanguardia?"

Rispetto ai precedenti, Amputechture non ha un concept conduttore ma spunti differenti che alla fine si accordano e trovano un senso, "un po’ come in quel film di Paul Thomas Anderson, Magnolia". È un disco sulla Divinità, "ma non l’amore per Dio, piuttosto la paura di Dio, che è così strettamente connessa con il Cattolicesimo. Per me" spiega Bixler-Zavala "la religione è il motivo per cui ci sono così tanti conflitti nel mondo, e penso che non sia necessario credere in un Dio con capelli lunghi, barba bianca e occhi azzurri. Amputechture è il mio personale modo di descrivere l’illuminazione e di celebrare quelle persone che sono sciamani ma qui in Occidente vengono trattate come pazzi."

Riccardo Bertoncelli

(25 set 2006)



Edited by halorama - 25/9/2006, 14:08
 
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opethpainter
CAT_IMG Posted on 27/9/2006, 17:21




beh ragazzi, a spulciare queste cinque pagine del thread mi pare che non ci sia ancora la recensione che ho scritto su kronic.it, che trovate alla seguente pagina:

http://www.kronic.it/artGet.aspx?aID=2&sID=13906

ciao!
 
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Walkabout
CAT_IMG Posted on 27/9/2006, 19:42




CITAZIONE
Mars Volta
Amputechture

di Eugenio Crippa

I Mars Volta sono tornati… finalmente!

I luoghi comuni passano anche per la storia della Musica. Per suonare progressive bisogna comporre brani lunghi, per essere jazz bisogna improvvisare, e per essere psichedelici… beh quello è un altro paio di maniche! Quindi, ad un primo sommario ascolto della musica dei Mars Volta si ha l’impressione che di band progressive si tratti, viste le composizioni di lunga durata, che di band jazz si tratti, poiché improvvisano, e che effettivamente abbiano anche quel paio di maniche per poter essere considerati psichedelici. Ma se i luoghi comuni sono spesso basati su un briciolo di verità, è altresì vero che si tratta spesso di banali e comodi espedienti per liquidare rapidamente l’ascolto distratto di un disco come ‘Amputechture’.

Qualcuno ha già scritto che, in fondo, il nuovo ma(r)stodontico lavoro del duo Bixler/Rodriguez-Lopez non è nulla di speciale, lo stesso qualcuno che forse trova più interessante effettuare profondi carotaggi nel profondo delle uscite plastificate della popstar di turno. Tanto per cominciare, la sola opener ‘Vicarius Atonement’ richiederebbe ben più di questo misero spazio per essere descritta in ogni dettaglio: oltre 7 minuti in cui, come in uno spettacolo teatrale, gli attori a turno fanno comparsa sul palco: parlo della chitarra impazzita di Lopez, dell’inconfondibile voce di Bixler, ma anche di basso, tastiere vintage, pianoforte e… sassofono!

La tensione esplode solo con la successiva ‘Tetragrammaton’, un caleidoscopio sonico che alterna momenti più rilassati ed improvvise accelerazioni in perfetto MV-style. Non aspettatevi atmosfere filtrate e ripetute fino alla nausea, come spesso accadeva in ‘Frances the Mute’, poiché la band ha forse trovato finalmente il modo giusto per essere meno dispersiva e più incisiva. ‘Vermicide’ è una lezione di sintesi, un contenitore di idee che in molti sfrutterebbero all’infinito e che qui vengono compresse nello spazio di un singolo. Tra il ritornello che non ti aspetti e melodie accattivanti, fa capolino anche un flauto traverso, per la sua unica fugace apparizione.

Nella successiva ‘Meccamputechture’, seconda mezza maratona dell’album, la sezione fiati prende finalmente il sopravvento, giocando su un terreno predisposto magistralmente dal resto dell’orchestra. L’acustica ‘Asilos Magdalena’ dipinge sfondi calienti e drammatici allo stesso tempo, convogliati nel finale in una spirale distorta che prelude a ‘Viscera Eyes’. La canzone parte in sordina, ma si scatena ben presto, con un gusto retrò forse mai tanto evidente, complici anche tastiere che sbucano direttamente dagli anni ’70. ‘Day of the Baphomets’ è un’altra incredibile composizione multiforme, l’ennesima dimostrazione di come il Rock andrebbe interpretato; la sei corde di Rodriguez-Lopez è di nuovo regista, ed un sassofono indomito si ritaglia ampi spazi in cui può letteralmente fare ciò che gli pare. Conclude l’opera ‘El Cervo Vulnerado’, che ha il compito di accompagnare lentamente l’ascoltatore verso l’inevitabile conclusione del disco.

Semplicemente, tra le release più incredibili di questi ultimi tempi. Acquisto obbligato per chi già conosce la band, a scatola chiusa per chi ancora non ha avuto il coraggio di avvicinarsi ai Mars Volta. Progressive, jazz, psichedelici… in realtà molto più di quanto le etichette possano lontanamente far intendere!

grazie mille, bella recensione :)
 
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halorama
CAT_IMG Posted on 28/9/2006, 13:56




Recensione da XL di Repubblica - Ottobre 2006

CITAZIONE
MARS VOLTA
Amputechture (Universal)
--> votazione: XXXXX (ottimo) su XXXXXL <--
UN COCKTAIL MICIDIALE CHE S'INALA COME IL VELENO

Come gli episodi di un serial psico-gotico diretto da David Lynch, il terzo album in studio dei Mars Volta, Amputechture (l'architettura dell'amputazione) è composto da 8 episodi slegati solo in apparenza. Nel turbine prog-metal-free-jazz-latin-rock si nasconde il tema della religione come mezzo per deviare le coscienze. La voce di Cedric Bixler-Zavala s'inerpica sui saliscendi di brani che parlano di "espiazione vicaria di Cristo", del "tetragramma ebraico" e della Mecca. Alla chitarra c'è, per lo più, il loro amico John Frusciante. Questa musica è veleno che ha bisogno di circolare a lungo prima di essere letale. Date tempo ai Mars: vi piaceranno da morire.

Giulio Brusati

Attached Image: XL_recensione.jpg

XL_recensione.jpg

 
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auto da fe
CAT_IMG Posted on 28/9/2006, 14:37




CITAZIONE (halorama @ 28/9/2006, 14:56)
Recensione da XL di Repubblica - Ottobre 2006

CITAZIONE
MARS VOLTA
Amputechture (Universal)
--> votazione: XXXXX (ottimo) su XXXXXL <--
UN COCKTAIL MICIDIALE CHE S'INALA COME IL VELENO

Come gli episodi di un serial psico-gotico diretto da David Lynch, il terzo album in studio dei Mars Volta, Amputechture (l'architettura dell'amputazione) è composto da 8 episodi slegati solo in apparenza. Nel turbine prog-metal-free-jazz-latin-rock si nasconde il tema della religione come mezzo per deviare le coscienze. La voce di Cedric Bixler-Zavala s'inerpica sui saliscendi di brani che parlano di "espiazione vicaria di Cristo", del "tetragramma ebraico" e della Mecca. Alla chitarra c'è, per lo più, il loro amico John Frusciante. Questa musica è veleno che ha bisogno di circolare a lungo prima di essere letale. Date tempo ai Mars: vi piaceranno da morire.

Giulio Brusati

forte ^_^
 
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CAT_IMG Posted on 28/9/2006, 17:09

Hand over hand over hand

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grazie halo! ;)
 
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Elvia Zapata Lopez N
CAT_IMG Posted on 9/10/2006, 22:44




Comunicazione di servizio: invece di fare a gara a chi posta l'intervista più lunga (stile spogliatoio di calcetto) fate a gara a chi è più bravo a tradurre dall'inglese all'italiano!!! Io mi autoescludo da subito dalla gara,grazie.
 
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halorama
CAT_IMG Posted on 9/10/2006, 23:01




CITAZIONE (Elvia Zapata Lopez N @ 9/10/2006, 23:44)
Comunicazione di servizio: invece di fare a gara a chi posta l'intervista più lunga (stile spogliatoio di calcetto) fate a gara a chi è più bravo a tradurre dall'inglese all'italiano!!! Io mi autoescludo da subito dalla gara,grazie.

ovviamente nello spogliatoio vince sempre il nonno...

FINE OT

per le traduzioni stiamo provvedendo. loro sono una marea e noi siamo pochi.
 
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halorama
CAT_IMG Posted on 12/10/2006, 00:59




recensione da rockerilla di ottobre.

Attached Image: Rockerilla.jpg

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CAT_IMG Posted on 12/10/2006, 10:14

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;) grazie fabio
 
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halorama
CAT_IMG Posted on 12/10/2006, 15:23




di che, pier. dovere.
però, se proprio mi vuoi ricompensare, accetto solo regali in natura, cara la mia kitty. :ihih:
 
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halorama
CAT_IMG Posted on 22/10/2006, 21:54




da www.kalporz.com

CITAZIONE
AMPUTECHTURE
di Gabriele Maruti

“Amputechture” è esagerato.
E la recensione finì qui.
Basterebbe una sola parola per descrivere il nuovo parto dei Mars Volta, sia nel bene che nel male.
Partiamo dal fatto che i grandi sostenitori troveranno le incredibili doti strumentali, già ampiamente dimostrate con i precedenti dischi, ancora più in vista. Discreta e un po’ triste soddisfazione. Messi in un angolo gli svarioni psichedelici di “Frances The Mute” ci si trova impastati in una vera e propria messa prog organizzata al dettaglio, con ampio spazio regalato a tutti gli strumenti, così che finalmente si da un vero e importante rilievo al basso di Juan Alderete (“Day Of The Baphomets”). Niente però ferma l’esagerato ego del direttore d’orchestra, Omar Rodriguez-Lopez, che raramente sa farsi da parte, tenendoci davvero ad incarnare lo spirito di Santana (perché quello vero non c’è più.. no?) e imbastendo così dei brani come “Vicarious Atonement” e “El Ciervo Vulnerado” che sacrificano qualunque senso in onore del fatto che lui sa suonare la chitarra ed è il capo della baracca.

Quando la banda al completo decide di scendere in campo i risultati oscillano paurosamente fra momenti di vera esaltazione (l’epica, e breve, “Vermicide” o la sorprendente “Day Of The Baphomets”) e scelte stucchevoli (Cedric spesso e volentieri mutato in un eunuco alla Farinelli che coverizza i peggiori cori dei Queen) o addirittura soluzioni già sentite. E questo in particolare fa un po’ male a chi dei Mars Volta ha sempre tessuto le lodi. Dopo l’ennesima sorpresa di “Scabdates” mi ritrovo fra le varie masturbazioni chitarristiche, un pezzo come “Tetragrammaton”, che nel suo essere certo pieno di variazioni è sempre e comunque pieno degli stessi soliti trucchetti. E lo stesso per “Viscera Eyes”.

Forse li ho caricati di aspettative esagerate. Forse avrei dovuto mettere in conto un calo più che umano e una possibilissima delusione. Perché nonostante la metà dei pezzi del disco siano comunque notevoli, ora come ora non riesco a dimenticare l’altra metà: quella che mi ha fatto soffrire in maniera tremenda cercando di giungere miracolosamente alla fine di ottanta interminabili minuti, combattuti fino allo stremo delle forze fra il superlativo e il superfluo.




__________________________________________

da kwmusica.kataweb.it

CITAZIONE
Mars Volta - Amputechture (Universal)

Non è mai semplice entrare in un disco dei Mars Volta. C'è rischio di venire presto travolti da una musica che dei loro trascorsi hardcore sembra aver conservato giusto la potenza e la spregiudicatezza, di rimanere sconcertati dalla complessità dei suoi disegni e magari respinti in ultimo dall'imponenza della sua mole sonora. Se si è tuttavia disposti a fare tabula rasa di tutto ciò che il punk ha lasciato in eredità al rock degli ultimi vent'anni, se non si ha timore di affrontare brani che si estendono e articolano come vere e proprie suite, se il termine prog può ancora tener fede al suo etimo, allora i Mars Volta sono in grado di riconciliare con il piacere dell'avventura, della sorpresa, della scoperta.

Un sapore che neppure questa volta - la terza nella storia discografica del gruppo di Omar Rodriguez-Lopez e Cedric Bixler-Zavala - risulta meno intenso e persistente di quello che si era gustato in De-Loused In The Comatorium e Frances The Mute. Con tutto che significativamente diverso è il concept al quale si è informato - non più una storia unitaria, ma tanti racconti brevi liberamente ispirati al cinema di David Lynch - e ancora più astratto e complicato il processo creativo che ha presieduto alla sua realizzazione, lasciando in ogni caso la precisa sensazione di non essersi concluso neppure nelle otto tracce che vi figurano in elenco.

Perché la struttura stessa di ogni episodio - con i suoi lunghi interludi, i vertiginosi saliscendi di voci e strumenti, gli improvvisi cambiamenti di atmosfera e la sua titolazione a dir poco criptica (Tetragrammaton, Meccamputechture, Viscera Eyes, Day Of The Baphomets, tanto per fornirne un parziale sommario) - sembra concepita apposta per suggerire ulteriori e ancora più audaci soluzioni. Quelli che l'incontenibile ensemble va ormai sviluppando lungo l'infinito itinerario live che lo vede affiancare quei Red Hot Chili Peppers con i quali condivide in tutto e per tutto i servigi del chitarrista John Frusciante.

Elio Bussolino

(12 ottobre 2006)

 
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50 replies since 17/7/2006, 02:00   1786 views
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