CITAZIONE
Un viaggio verso laurel canyon con Rick Rubin... il modo migliore di ispirarsi per codesto concept, sfiorare i fantasmi e presunti tali che riecheggiano nelle residenze appartenute a Valentino,Hendrix e tanti altri. Al seguito, due eterni giovani che 12 anni prima nella stessa villa hanno sfornato un capolavoro con il medesimo produttore, il proprio amico/fonico/tastierista, scompare tragicamente nello scorrere dei mesi dopo aver condiviso indimenticabili anni artistici e fraterni con le menti della band, reduci da un ulteriore split, in seno agli At The Drive in. Il prologo di una apocalisse insomma. Stiamo parlando di uno dei dischi più importanti dell'inizio del secolo. Dell'affermazione di un duo musicalmente determinante, ai livelli dei grandissimi degli anni 70 o giù di lì. Le tipiche band dal chitarrista estroso e il vocalist divino. Con la differenza che il duo di el paso son partiti dal punk e tutta questa consapevolezza dei loro mezzi in realtà non l'hanno, soffocati solo da richieste di chi chiede loro notizie sul loro gruppo d'origine e relazioni con persone con cui non vogliono aver nulla a che fare. Divisione. Morte di rapporto. Ispirazione perfetta per narrare le gesta di Cerpin taxt: , un ragazzo che affronta il coma postumo da una overdose di morfina, uscendone. Ma deciso a liberarsi comunque di se stesso. Perchè disabituato alla realtà , annoiato da essa .
10 sezioni di un conflitto interiore colmo di riferimenti ( tanto da supportare un libretto aggiuntivo)
Clipside of the pinkeye flight
I'm not the percent you think survives
I need sanctuary in the pages of this book
nuotando nei suoni syntati, è Cedric a narrarci il prologo, il mood possiede un aura evocativa davvero unica, epica eppure sognante, energica ma timida nel suo flusso lento di esplosione verso “. Inertiatic Esp” , di radice zeppeliniana nei vocalizzi tra partiture selvagge di batteria , chiaro è ancora un po' l'ispirazione della band madre, dilatata però in una maggior mescolanza di elementi della propria cultura ( percussioni latine in primis ) e dilatazioni di natura certamente più prog. Innestata però ad una furia HC di pura potenza folgorante, “Roulette Dares “ è incontrollabile nei suoi cambi di tempo, suadente melodia violentata da sezioni ruvide ad alto contenuto emozionale . Brividi che scorrono nell'impugnatura delle sei corde di Omar, e il suo stile vario e anarchico, prende il ruolo di protagonista a tratti, tra le urla del suo fidato amico e un drumming ispiratissimo sempre affianco, che lo accompagna in un solo orgasmico, mentre la disperazione è nell aria. Mentre il secondo intermezzo va via in accordi in rapida successione ancora una volta fluttuanti, a lasciar quel senso di gravità 0 intorno al protagonista, immerso tra pensieri e sogni , ricordi e interrogativi, per giungere alla splendida “Drunkship of Lanterns” , il primo minuto e mezzo è pura arte ritmica, con un Flea superlativo a dirigere l'orchestra nell'ombra, posseduto da un furore jazzato dalla Jaco, incalzante come non mai, Cedric infilzato dalla lama dei suoi stessi controcanti , scivola via al ritmo salsa rcok senza mai inciampare nel suo flusso delirante ove Re crimisi, Yes, Davis si scontrano senza ferirsi minimamente e l' lsd viaggia a fiumi.
La mini suite di “Eriatarka”, è come se sigillasse con dolcezza irruenta, la prima parte del disco, accarezza con una nenia i sogni come la madre di Taxt tenta di far col proprio figlio, con conseguente esplosione Emo-zionale ( stilisticamente molto propria della prima corrente ) , mentre si ritenta una connessione in un mare di distorsioni, emerge la splendida “Cicatriz Esp” .
Quasi 13 minuti di intense emozioni prodotte dal duo delle meraviglie, con John Frusciante in guest, pavimentatore sonoro delle stanze spaziali ricreate nel contesto, le sezioni sono un vero pugno nell'anima, scuotono nel loro fragore , incursioni senza prigionieri, dopo le strofe sorrette da un altro giro di basso catturante, Omar sigilla la prima phase in pieno stile barocco, un solo frammentato in tante onirici richiami chitarristici 70's di sovraincisioni magiche, pischedelia a fiumi che scorrono travolgendo tutto... un immaginaria luce che lentamente si spegne, lasciando sempre un bagliore più sottile, flebile...
il cuore torna a battere, ha un paio di tom sparsi, dei piatti e inneggia al massacro, si ricongiunge ad una chitarra spanish, prolungata in un lungo assolo sempre più ossessivo... la band si riunisce e il climax è divino.
Sarebbe poi riduttivo chiamare ballad, un pezzo come “Televators”, addentrata in un immaginario new age, nessun tronco, il solo legno di un acustica che suona limpida alla luna , sola. Cedric la accarezza melodicamente, lei sussulta, lui la rassicura. Placandosi insieme, sancendo il vero picco catartico del disco, in quel crescendo spettacolare da brividi unici . Assolutamente all'altezza di grandi classici con i quali avran condiviso l'adolescenza in quella teca di 35 giri.
“ Take the Veil Cerpin Taxt” è l'outro rocker/funkeggiante in grande stile, a tratti anche minaccioso, celebra la morte del protagonista , in dun degno e illacrimato funerale in marcia; e i saluti di un debut memorabile e dalla band ancora non eguagliato . Che molti prenderanno in considerazione per gli ospiti nel booklet, per poi farsi cucire le note di quest' opera nel cuore.