CITAZIONE (Walkabout @ 30/3/2008, 20:55)
il luogo per eccellenza dell' "eterno divenire" del gruppo è la dimensione live, mentre i dischi sono i "punti fermi" che pongono qua e là.
questo è vero in teoria - in pratica ci ho pensato, e credo che nel caso Mars Volta sia l'esatto contrario, in quanto dal vivo la sperimentazione e il 'divenire' è pressochè nullo (improvvisazione=zero, pure le jam sono ben preparate - certo hanno la legna e il groove e il sudore e il volume e le vibrazioni e tutto il resto, ma non si può dire che non seguano un copione ben studiato); invece la scintilla, l'imprevisto, l'istantaneo-spontaneo, avviene in studio (con i musicisti che suonano in prima take un frammento appena sentito, neanche 'imparato' appieno, in pieno assetto di "sfida" musicale, e con Omar e gli altri tecnici che lavorano come pazzi per editare, manipolare, creare qualcosa di veramente inaudito..).
dunque Scabdates in questo senso è più vicino a un "disco in studio", in quanto non è un semplice live della serie 'spingi il pulsante REC, e via', ma è un collage di esibizioni estratte da concerti diversi, con inserimenti di frammenti e manipolazioni varie eseguite con tutti i crismi dello studio..
ma in ogni caso, così come Omar nell'intervista parla della suddivisione/catalogazione tradizionale 'acustico VS non-acustico', credo sia chiaro che ormai (welcome to 2008) pure la definizione/divisione netta fra 'live' e 'studio' sia superata e inattendibile (e quindi inutile).